Monday 19 January 2009

Ue, crollo del Pil nel 2009:-1,9%

MILANO - La crisi economica e finanziaria si farà sentire anche nel 2009. E gli effetti saranno preoccupanti: crollo della produzione, milioni di posti di lavoro in meno, aumento del deficit dei vari Paesi. E l'Italia, in questo contesto, appare piuttosto esposta alle turbolenze. A dipingere un quadro tutt'altro che rassicurante sono le previsioni intermedie pubblicate da Eurostat. Primo dato: la Commissione Ue rivede drasticamente al ribasso le sue precedenti stime di crescita dell'economia europea e prevede per il 2009 un crollo del Pil (prodotto interno lordo) a quota -1,9%. Bruxelles, comunque, spera che la ripresa possa manifestarsi già entro la fine dell'anno, e prevede che il 2010 si chiuderà con un +0,4%. Tra i principali Paesi della zona euro, la Germania chiuderà il 2009 a quota -2,3%, la Francia -1,8% e la Spagna, come l'Italia, a -2%.

DEFICIT - La recessione, riducendo il Pil, fa schizzare in alto proporzionalmente i deficit pubblici dei paesi dell'eurozona (4,0% del Pil) e dell'Ue nel complesso (4,4%). Secondo le stime, fra i membri dell'euro il deficit più alto rispetto al Pil è quello dell'Irlanda (11,0%), che già nel 2008 era a 6,3%. Ma le previsioni sul deficit (vale a dire la spesa pubblica non coperta dalle entrate) sono molto oltre la barra del 3% anche per la Spagna (6,2%), la Francia (5,4%), e il Portogallo (4,6%). Sforamento, ma più lieve, anche per l'Italia (3,8%) e la Grecia (3,7%), mentre restano vicini ai limiti di Maastricht la Germania (2,9%) e il Belgio (3%). Fuori dall'eurozona, la caduta più impressionante è quella del Regno Unito (8,8%), ed è significativo anche il dato della Romania (7,5%). Va male anche per la Lituania (6,3%), mentre gli altri due Paesi baltici restano sul 3% (Lettonia) o poco sopra (Estonia, 3,2%).

DISOCCUPAZIONE - La disoccupazione fa, purtroppo, un balzo in avanti. Nella zona euro il dato sarà del 9,3% e nei Ventisette dell'8,7%, con 3,5 milioni di posti di lavoro in meno. In Italia il tasso di disoccupazione sarà dell'8,2%, contro il 6,7% del 2008. L'inflazione, nel nostro Paese, scenderà all'1,2% nel 2009, per poi risalire al 2,2% nel 2010. Nelle zona euro l'inflazione scenderà all'1% nel 2009 per poi salire all'1,8% il prossimo anno.

ITALIA - A proposito del nostro Paese, la Commissione europea spiega che «l'elevatissimo debito pubblico impedisce al governo di ricorrere in maniera più ampia a strumenti fiscali» per far fronte alla crisi. «Un ricorso agli stabilizzatori automatici - prosegue - porterebbe il disavanzo delle amministrazioni pubbliche ben al di sopra del 3% del Pil nel 2009, con un solo un marginale miglioramento atteso nel 2010. Questo, insieme con una crescita non certo esuberante - prosegue la Commissione Europea - implica l'aumento del debito. Ed eventuali ricapitalizzazioni bancarie potrebbero far salire ancora di più l'alto debito».

ALMUNIA - «Le misure anticrisi prese dal governo italiano - afferma il commissario Ue agli Affari economici, Joaquin Almunia - costituiscono una adeguata combinazione tra l'esigenza di stimolare l'economia e l'esigenza di mantenere prudenza» di bilancio. «L'8 febbraio - ha aggiunto Almunia - faremo una prima valutazione sui Paesi che si trovano con un deficit superiore al 3%. Io non posso dire al momento se ci sarà una procedura nei confronti dell'Italia».Corriere.it

No comments: