Thursday 30 October 2008

Prosegue il divieto di vendite allo scoperto


La Consob ha prorogato il divieto di short selling sino al 31 dicembre al fine di assicurare la trasparenza, l'ordinato svolgimento delle negoziazioni e la tutela degli investitori. 

Questa la reazione di sconcerto di  Barry Ritholtz su The Big Picture quando il divieto venne introdotto negli Stati Uniti a metà settembre:

"Here is tonite's theater of the absurd SEC headline:

SEC intends to temporarily ban short selling, but it's not clear if the commission has approved the move. Cox is briefing congressional leaders. Separately, the government is seeking congressional authority to buy distressed assets.

This is nothing short of a total panic by people who have no clue what they are doing. And to think, I mocked Russia for being a nation run by market commies.

This is the ultimate bailout attempt, which will have repercussions far far beyond our imaginations:

1) We suffer a loss of Market Integrity; The US is now a Banana Republic

2) Blatant market manipulation: this is nothing more than an attempt to force markets higher;

3) 60 days prior to a presidential election? This is a none-too-subtle attempt to influence the elections -- especially coming on top of the Fannie/Freddie bailout;

4) The coming pop will create a huge air pocket, ultimately leading to us crashing much lower;

5) Expect a huge increase in volatility -- upwards first, then down;

We Are A Nation of Morons, led by complete Idiots, making us complicit in our own self destruction.
"

Wednesday 29 October 2008

Chi ha vinto e chi ha perso nello squeeze di Porsche/VW


Vincitori.

Porsche dovrebbe poter guadagnare circa 6 miliardi di Euro dalla sola vendita del 5% delle opzioni VW volta a creare liquidità sul mercato. Alcuni fondi hedge sostengono, peraltro, che Porsche dovrebbe mettere in vendita un numero di azioni maggiore per fronte alle tasse legate alla plusvalenza.

Vinti.

I fondi hedge, secondo Andrew Baker, deputy chief executive dell'Alternative Investment Management Association, dovrebbero aver perso meno di un decimo dei 20 miliardi inizialmente previsti.  

Tra i fondi colpiti vi sono SAC Capital e Greenlight Capital -  forse i fondi più cari al mondo con una management fee del 5% e una performance fee del 50% -  Marshall Wace, York Capital, Glenview Capital, Odey Asset Management, Och Ziff, Perry Capital, Tiger Asia, e Highside Capital.

I manager dei fondi hedge a loro volta sostengono che le perdite hanno colpito principalmente i proprietary trading desks delle investment banks.

Deutsche Bank, Commerzbank e Société Générale hanno subito dei ribassi, in quanto viene ritenuto che siano esposte rispetto allo short squeeze. Goldman Sachs e Morgan Stanley hanno negato ogni coinvolgimento. 

Lo stesso Baker ha annunciato che l'AIMA sta valutando se ricorrere all'Unione Europea affinché provveda a eliminare la falla del sistema legislativo tedesco che ha permesso a Porsche di accumulare in gran segreto una posizione pari al 75% del capitale sociale di VW.   

Hedge funds fear bankruptcy after Porsche squeeze [Times]

(Nella foto David Einhorn, gestore del fondo Greenlight, che dopo guadagnato 1,7 miliardi di dollari per aver scommesso sul default di Lehman Brothers, pare essere particolarmente esposto nella vicenda Porsche/VW)

La Fruit Machine di Porsche - 2

Mentre sto scrivendo le azioni di VW sono in ribasso del 34% rispetto alla chiusura di ieri. 

Porsche stamattina ha comunicato la propria intenzione di mettere a disposizione del mercato il 5% delle azioni in suo possesso al fine di aumentare la liquidità del titolo VW e favorire il settlement delle posizioni aperte.

Robert Peston stamani sul suo blog si domanda: "Does Porsche's decision to offer respite to the hedgies amount to an admission that it had somehow behaved improperly in the way it released information about its intentions towards VW?"

Intanto la BaFin, accusata da più parti di leggerezza, in quanto non è intervenuta per assicurare il regolare svolgimento delle negoziazioni sospendendo le azioni di VW, ha annunciato di aver avviato lo scrutinio della vicenda per verificare se non vi siano stati episodi di insider trading o di manipolazione del mercato.

È anche scattata la ricerca dei fondi hedge che sono rimasti colpiti dallo short selling squeeze. Le prime stime parlanto di perdite per una ventina di miliardi di Euro nelle sole gionate di lunedì e martedì.   

Tuesday 28 October 2008

La Fruit Machine di Porsche


Paul Murphy negli ultimi giorni ha pubblicato su alphaville.ft i report di Max Warburton della Sanford Bernstein ossia l'analista che ha spinto Porsche a comunicare al mercato il 26 ottobre di essere in possesso di una partecipazione pari al 74,1% del capitale di Volkswagen di cui il 42,6% in azioni ordinarie e il 31,5% in “cash settled options” (che prevedono alternativamente il pagamento di un corrispettivo in danaro o la consegna fisica dei titoli al momento del settlement).

Porsche ha spiegato che la comunicazione della partecipazione era dovuta alle drammatiche distorsioni dei mercati finanziari e alla necessità di permettere a chi stava operando short di procedere al settlement delle operazioni in essere senza fretta e con rischi ridotti.

A seguito della comunicazione di Porsche oggi le azioni VW hanno chiuso a 919,5 euro con un rialzo del 332% rispetto ai 210,5 euro con cui ha aperto VW il 27 ottobre, giorno successivo a quello in cui Porsche ha svelato la propria posizione.

Il risultato è una grave distorsione del mercato con i titoli di VW che hanno raggiunto una quotazione esorbitante rispetto ai valori fondamenti della casa automiblistica tedesca.

Chi è rimasto stritolato sono gli hedge funds che stavano operando short nella convinzione che le azioni di VW fossero sopravvalutate e che dovessero proseguire i sensibili ribassi, che hanno portato le azioni dai 400 euro del 17 ottobre ai 210 alla chiusurà di venerdì 24 ottobre.

Il problema è sorto quando è apparso chiaro che il flottante di VW si era ridotto a circa il 6% tenuto conto della partecipazione del Land della Bassa Sassonia pari al 20%.

Burton, che già alcuni giorni addietro aveva messo in allarme il mercato, nota nell'ultimo report che il volume di scambi sul titolo VW era chiaramente dovuto ad attività di short selling e che le poche controparti che potevano (e possono, se lo volessero) prestare azioni VW vi erano la stessa Porsche e gli istituti di credito che l'hanno assistita nella scalata a VW. Quindi, Porsche non poteva non sapere cosa stesse avvenendo sul mercato e sembrerebbe che abbia, altresì, agevolato la speculazione al ribasso, considerata la sua posizione di controparte nel prestito titoli.

Il fatto che il mercato fosse all'oscuro della partecipazione di Porsche ha spinto molti hedge funds a prendere posizione short sul titolo, senza temere di non essere in grado di poter restuire le azioni in quanto il flottante (percepito) era comunque sufficiente a soddisfare le necessità del caso.

Ora, la comunicazione di Porsche ha avuto un effetto devastante, tutti gli hedge funds sono corsi disperatamente a coprirsi e il prezzo è inevitabilmente schizzato alle stelle.

Burton si chiede "From whom will the hedge funds repurchase stock if Porsche and its counterparties own all but 5.9% of the freefloat? Do other funds (temporarily) hold VW shares that are ultimately already owned by Porsche? Did Porsche buy the shares from the short sellers for a second time? At what price will these other funds — or Porsche and its counterpartiessell VW shares back to the hedge funds? At a “nice” price to defuse the situation? Or at €300? €400? €500? Infinity?"

Monday 27 October 2008

Il tempo delle cassandre


Sul New York Times di oggi è pubblicato un dilettevole articolo sui  diversi profeti di sventura (Roubini, Lamont, Shiff) e di buona ventura (Hassert e Glassman o Garzelli)  che si sono succedduti sul proscenio negli ultimi anni. 

Ora vi è naturale affollamento di previsioni apocalittiche circa il punto di caduta ultimo del dow jones: 7000, 700 o 7 punti.

Nei periodi bui vi è, ovviamente, la tendenza a profetizzare un futuro ancora più nero, forse al solo fine di farsi un po' di pubblicità, che, peraltro, è quasi sempre assicurata vista la fame dei media per le notizie senzionalistiche.

La realtà però è che tali previsioni sono sempre inattendibili. Nessun economista  o analista è mai riuscito a profetizzare l'andamento dei mercati per più anni consecutivi. 

Occorre, quindi, sempre diffidare di coloro che prevedono discese  o impennate senza freni del mercato e prendere con estrema dovuta cautele le varie profezie, che non sono altro che mere speculazioni senza fondamento.   


Citadel sotto pressione


Citadel, uno dei maggiori fondi hedge statunitensi, con un patrimonio in gestione di 18 miliardi di dollari, è assediato dai rumors, che hanno obbligato lo schivo Kenneth Griffin (presidente e CEO) a uscire allo scoperto per rassicurare il mercato circa la solvibilità del fondo.

Sulle sorti di Citadel vi è grande preoccupazione per la ragione che l'attuale situazione di uno dei maggiori fondi hedge è vista come un termometro dell'intero settore. In altri termini, se dovesse fallire Citadel verrebbe immediatamente messa in discussione la solidità dell'intero comparto degli hedge funds, a cui potrebbe conseguire una fuga di massa degli investitori con tutte le conseguenze del caso.

Griffith ha affermato, nel corso di una conference call tenutasi la scorsa settimana, che i fondi Citadel sono sani, anche in quanto un terzo dei loro assets è investito in danaro e buoni del tesoro e i riscatti nell'ultimo periodo sono stati limitati.

Allo stesso tempo però la Federal Reserve ha inziato una indagine presso le controparti di Citadel al fine di verificare le relative esposizioni verso il gestore.

Sunday 26 October 2008

I numeri di Volvo


Il 24 ottobre Volvo ha diffuso i dati relativi al proprio portafoglio ordini per il trimestre chiuso al 30 settembre 2008. 

Nel settore i veicoli commerciali la domanda in Europa è in calo vertiginoso. Volvo ha, infatti, ricevuto nel trimestre solo 115 ordini  rispetto ai 41.970 del 2007. 

Le azioni hanno perso il 14% nella seduta di venerdì.

Quale futuro ci aspetta?


Gregory Mankiw, professore di economia a Harvard ed ex-consigliere del Presidente Bush traccia sul New York Times un interessante parallelo tra l'attuale crisi e quella del 1929.

Dopo aver messo in rilievo le diverse similitudini tra quel che successe allora e quel che sta avvenendo oggi, Mankiw nota che nemmeno con gli strumenti odierni si sarebbe potuta preventivare la crisi del '29 e conclude che se una grave crisi dell'economia è alle porte sarà difficile che gli economisti, nonostante siano passati 80 anni, possano dare l'allarme per tempo.


Ma Greenspan è davvero a favore del libero mercato?


Dopo l'audizione di Alan Greenspan si è aperto un dibattito sulle concessioni che l'ex-governatore ha fatto rispetto ai propri errori nel lungo periodo in cui è stato a capo della Federal Reserve.

Greenspan viene generalmente considerato un liberista convinto assertore della teoria del laissez-faire e la principale accusa riguarda proprio la mano leggera avuta col sistema finanziario rispetto, per fare un esempio,  al mercato dei derivati o alla vigilanza sulle investment firms

Yaron Brook fa però notare che la FED, sotto la guida di Greenspan, ha coltivato più che una politica monetaria liberista una politica volta a inflazionare la moneta e a manipolare i tassi di interesse. Coloro che sostengono il libero mercato sanno bene, prosegue Brook, che se la banca centrale agevola in maniera eccessiva il credito si ha un aumento dei prezzi e di conseguenza si creano delle bolle che poi inevitabilmente esplodono.

"Whatever Greenspan's economic philosophy is, it is not anything resembling a free market."

Friday 24 October 2008

Ma era davvero giusto far fallire Lehman?

L’economista Anna Schwartz in una illuminante intervista rilasciata al Wall Street Journal sembra davvero cogliere nel segno quando boccia il mancato salvataggio da parte del Tesoro statunitense della Lehman Brothers.

Anch’io come altri pensavo che la Lehman dovesse fallire. Ritenevo che fosse corretto dare un segnale forte affinché i partecipanti al mercato iniziassero a temere per la loro sorte e, di conseguenza, ad adottare comportamenti più prudenti e assennati, non potendo più contare su un intervento governativo di ultima istanza. In altri termini era necessario evitare un caso di moral hazard. Ma dopo aver letto le riflessioni di Anna Schwartz inizio seriamente a dubitare che fosse la soluzione più corretta.

Secondo la Schwartz se i regolatori seguono con coerenza certi principi e si dimostrano capaci di operare il mercato risponde ai richiami. Il mercato apprezza la continuità d’azione e, per contro, detesta le azioni mirate in quanto creano incertezza. Oggi si sa quali sono gli interventi ma non si conoscono quelli di domani.

I mercati, afferma la Schwartz, rispettano le autorità di controllo se queste sono nella posizione di saper gestire le situazioni di difficoltà. Se l’azione di governo è ferma, il mercato non reagisce in maniera negativa ai fallimenti delle imprese che hanno operato in maniera avventata. I soggetti che falliscono sono in tal caso i primi a essere messi sotto accusa. Il ragionamento che il mercato segue è: perché dovrebbero essere salvati visto che hanno acquistato attivi invendibili e assunto debiti che non riescono più ad assolvere.

La Schwartz rileva con spiccato acume che, quando alla fine Lehman è stata lasciata fallire, dopo diversi altri salvataggi, i mercati sono sprofondati nell’incertezza, si sono trovati nella posizione di non saper come reagire, per il semplice motivo che invece di risultare solide nei principi le autorità si sono dimostrate erratiche e incostanti.

Ebbene si mi sono distratto: il mea culpa di Greenspan


Innanzi alla House Committee on Oversight and Government Reform l'ex governatore della FED Alan Greenspan, uno dei maggiori imputati rispetto alla recente crisi finanziaria, ha, per la prima volta, ammesso che sono stati compiuti degli errori in passato che hanno favorito lo tsunami finanziario.

"Yes, I found a flaw'' ha detto Greenspan "That is precisely the reason I was shocked because I'd been going for 40 years or more with very considerable evidence that it was working exceptionally well".

Greenspan ha ammesso di essersi sbagliato nell'opporsi alla regolamentazione del mercato dei derivati e a riconosciuto che le istituzioni finanziarie non hanno protetto né gli azionisti né gli investimenti in maniera adeguata.

La principale accusa mossa all'ex governatore, che è stato trattato con ben poca deferenza, a differenza di ciò che avveniva in passato quando ancora ricopriva la carica, è di aver fatto eccessivo affidamento sulla autoregolamentazione del mercato, opponendosi a una maggiore vigilanza. 


Thursday 23 October 2008

Foreclosures in tempo reale


Sul sito RealtyTrac è possibile seguire in tempo pressoché reale l'andamento dei pignoramenti immobiliari negli Stati Uniti.


Wednesday 22 October 2008

Il giorno del giudizio per il mercato dei CDS è passato senza conseguenze

Come anticipato in un precedente post martedì 21 ottobre era atteso come un giorno cruciale per il mercato dei CDS. Era, infatti, previsto il cash settlement di CDS riguardanti Lehman Brothers per circa 400 miliardi di USD con passaggi di mano di danaro per circa 6-8 miliardi.

Ebbene, tutto sembra essere andato per il meglio smentendo, per fortuna, le cassandre.

Robert Pickel, Chief Executive Officer of the International Swaps and Derivatives Association, ha enfatizzato il fatto che il settlment non ha creato effetti dirompenti per il mercato in quanto i protection seller si erano a loro volta assicurati e perciò il numero effettivo di operazioni monetarie, al netto delle compensazioni,  sono state solo una frazione – circa l'1% -2% – dei circa 400 miliardi di nozionale. 

A ciò ha contribuito, sempre secondo Pickel, la circostanza che numerosi operatori debbono "mark their positions to market and to post collateral" onde per cui l'esposizione si era già ridotta al momento del settlment.

Pickel, ha, altresì, rilevato che al momento il mercato dei CDS è pienamente operativo e particolarmente liquido. E questa è certamente una buona notizia.


Monday 20 October 2008

La lettera di commiato di Andrew Lahde

Il Financial Times ha pubblicato la lettera di commiato Andrew Lahde, divenuto famoso per aver saputo cavalcare con notevole successo la crisi dei subprime. fondi hedge da lui gestiti hanno, infatti, ottenuto rendimenti superiori al 1000%, prevedendo in anticipo il ribasso dei subprime mortgage-linked securities

Riporto integralmente l'amara lettera che mette in chiara luce alcune distrosioni del sistema finanziario e politico statunitense.

Today I write not to gloat. Given the pain that nearly everyone is experiencing, that would be entirely inappropriate. Nor am I writing to make further predictions, as most of my forecasts in previous letters have unfolded or are in the process of unfolding. Instead, I am writing to say goodbye.

Recently, on the front page of Section C of the Wall Street Journal, a hedge fund manager who was also closing up shop (a $300 million fund), was quoted as saying, “What I have learned about the hedge fund business is that I hate it.” I could not agree more with that statement. I was in this game for the money. The low hanging fruit, i.e. idiots whose parents paid for prep school, Yale, and then the Harvard MBA, was there for the taking. These people who were (often) truly not worthy of the education they received (or supposedly received) rose to the top of companies such as AIG, Bear Stearns and Lehman Brothers and all levels of our government. All of this behavior supporting the Aristocracy, only ended up making it easier for me to find people stupid enough to take the other side of my trades. God bless America.

There are far too many people for me to sincerely thank for my success. However, I do not want to sound like a Hollywood actor accepting an award. The money was reward enough. Furthermore, the endless list those deserving thanks know who they are.

I will no longer manage money for other people or institutions. I have enough of my own wealth to manage. Some people, who think they have arrived at a reasonable estimate of my net worth, might be surprised that I would call it quits with such a small war chest. That is fine; I am content with my rewards. Moreover, I will let others try to amass nine, ten or eleven figure net worths. Meanwhile, their lives suck. Appointments back to back, booked solid for the next three months, they look forward to their two week vacation in January during which they will likely be glued to their Blackberries or other such devices. What is the point? They will all be forgotten in fifty years anyway. Steve Balmer, Steven Cohen, and Larry Ellison will all be forgotten. I do not understand the legacy thing. Nearly everyone will be forgotten. Give up on leaving your mark. Throw the Blackberry away and enjoy life.

So this is it. With all due respect, I am dropping out. Please do not expect any type of reply to emails or voicemails within normal time frames or at all. Andy Springer and his company will be handling the dissolution of the fund. And don’t worry about my employees, they were always employed by Mr. Springer’s company and only one (who has been well-rewarded) will lose his job.

I have no interest in any deals in which anyone would like me to participate. I truly do not have a strong opinion about any market right now, other than to say that things will continue to get worse for some time, probably years. I am content sitting on the sidelines and waiting. After all, sitting and waiting is how we made money from the subprime debacle. I now have time to repair my health, which was destroyed by the stress I layered onto myself over the past two years, as well as my entire life — where I had to compete for spaces in universities and graduate schools, jobs and assets under management — with those who had all the advantages (rich parents) that I did not. May meritocracy be part of a new form of government, which needs to be established.

On the issue of the U.S. Government, I would like to make a modest proposal. First, I point out the obvious flaws, whereby legislation was repeatedly brought forth to Congress over the past eight years, which would have reigned in the predatory lending practices of now mostly defunct institutions. These institutions regularly filled the coffers of both parties in return for voting down all of this legislation designed to protect the common citizen. This is an outrage, yet no one seems to know or care about it. Since Thomas Jefferson and Adam Smith passed, I would argue that there has been a dearth of worthy philosophers in this country, at least ones focused on improving government. Capitalism worked for two hundred years, but times change, and systems become corrupt. George Soros, a man of staggering wealth, has stated that he would like to be remembered as a philosopher. My suggestion is that this great man start and sponsor a forum for great minds to come together to create a new system of government that truly represents the common man’s interest, while at the same time creating rewards great enough to attract the best and brightest minds to serve in government roles without having to rely on corruption to further their interests or lifestyles. This forum could be similar to the one used to create the operating system, Linux, which competes with Microsoft’s near monopoly. I believe there is an answer, but for now the system is clearly broken.

Lastly, while I still have an audience, I would like to bring attention to an alternative food and energy source. You won’t see it included in BP’s, “Feel good. We are working on sustainable solutions,” television commercials, nor is it mentioned in ADM’s similar commercials. But hemp has been used for at least 5,000 years for cloth and food, as well as just about everything that is produced from petroleum products. Hemp is not marijuana and vice versa. Hemp is the male plant and it grows like a weed, hence the slang term. The original American flag was made of hemp fiber and our Constitution was printed on paper made of hemp. It was used as recently as World War II by the U.S. Government, and then promptly made illegal after the war was won. At a time when rhetoric is flying about becoming more self-sufficient in terms of energy, why is it illegal to grow this plant in this country? Ah, the female. The evil female plant — marijuana. It gets you high, it makes you laugh, it does not produce a hangover. Unlike alcohol, it does not result in bar fights or wife beating. So, why is this innocuous plant illegal? Is it a gateway drug? No, that would be alcohol, which is so heavily advertised in this country. My only conclusion as to why it is illegal, is that Corporate America, which owns Congress, would rather sell you Paxil, Zoloft, Xanax and other additive drugs, than allow you to grow a plant in your home without some of the profits going into their coffers. This policy is ludicrous. It has surely contributed to our dependency on foreign energy sources. Our policies have other countries literally laughing at our stupidity, most notably Canada, as well as several European nations (both Eastern and Western). You would not know this by paying attention to U.S. media sources though, as they tend not to elaborate on who is laughing at the United States this week. Please people, let’s stop the rhetoric and start thinking about how we can truly become self-sufficient.

With that I say good-bye and good luck.

All the best,

Andrew Lahde

Rescuing our jobs and savings: What G7/8 leaders can do to solve the global credit crisis

Segnalo il libro appena pubblicato da voxeu.org Rescuing our jobs and savings: What G7/8 leaders can do to solve the global credit crisis.

Riporto qui di seguito l'indice. 

Introduction 1
The G7/8 finance ministers meeting: An opportunity
Remarkable consensus: Stabilise the banking system 
Stabilising the banking system: options
 
The essays: What G7/8 leaders can do to solve the global credit crisis

Coordinating international responses to the crisis 
Klaus F. Zimmermann

Calming the panic 
Alberto Alesina and Guido Tabellini

How to save the European banking system
Daniel Gros

What is to be done – and by whom? Five separate Intiatives
Avinash Persaud

What next?
Douglas W. Diamond, Anil K Kashyap, Raghuram G. Rajan

A strategy emerges: The right policies to deal with the crisis
Richard Portes

The need for a comprehensive and global solution
Stijn Claessens

The content of coordination 
Barry Eichengreen
 
Why government responses need to be comprehensive and coordinated
Charles Wyplosz

A proposal to tackle the crisis in Europe
Luigi Guiso and Marco Pagano

Governments should buy straightpreferred stock in their banks
Charles Calomiris

An efficient rescue plan
Roger Craine

The wrong financial crisis 
J. Bradford DeLong

What Europe should do in the shadow of the financial meltdown
Michael Burda

No more dithering
Angel Ubide

Manager azionisti e disallineamento degli interessi

Un articolo pubblicato ieri sul New York Times affronta il problema della vendita da parte degli amministratori delle azioni possedute nelle società che sono chiamati ad amministrare, che ultimamente hanno superato il miliardo di dollari statunitensi. Come in Italia anche negli Stati Uniti sono previsti obblighi di disclosure in quanto si ritiene che le operazioni di acquisto o vendita costituiscano un chiaro segnale al mercato circa la fiducia riposta nella società dai managers che, peraltro, sono in una chiara situazione informativa privilegiata e, quindi, meglio in grado di anticipare i risultati di periodo.

Nell'articolo è posto l'accento su alcune operazioni che sembrerebbero disallineare gli interessi tra amministratori e azionisti. In particolare, vengono messe sotto accusa le vendite volte a coprire i margini legati a prestiti, che potrebbero essere stati richiesti o per acquistare azioni della stessa società, il che non farebbe che rafforzare la comunanza di interessi, oppure per effettuare investimenti alternativi, il che denuncerebbe una chiara mancanza di fiducia.

L'articolo sembra però trascurare che l'utilizzo di azioni a garanzia di prestiti non implica necessariamente un disallineamento, tenuto conto che i managers hanno tutto l'interesse a che le azioni acquistino di valore visto che in caso contrario il loro deprezzamento li obbliga a incrementare il margine. Quindi, in tal caso non pare esservi una divaricazione tra l'interesse degli amministratori e quello degli azionisti, in quanto entrambe mirano all'incremento del valore aggregato della loro partecipazione.

Sunday 19 October 2008

Martedì 21 ottobre sarà il giorno del giudizio per il mercato dei credit default swaps?

Jane Baird scrive su Reuters che il tanto atteso giorno del pagamento dei CDS acquistati a protezione del default della Lehman Brothers, per un importo pari a circa 8 milioni USD, non dovrebbe riservare sorprese di rilievo, in particolare rispetto agli hedge funds che hanno operato come protection seller

Secondo la Baird  gli hedge funds non presentano rischi di controparte spiccati in  quanto questi, in base a standard practice del mercato dei CDS, effettuano aggiustamenti (su base quotidiana) dei collateriali sottostanti la garanzia venduta. 

L'articolo della Baird è ripreso anche da Felix Salmon, il quale ritiene che i CDS abbiano poco a che fare con la crisi recente e non presentino rischi di rilievo. 

Di opposto avviso sono K.S. Petrou e Coudert e Gex (v. l'articolo già segnalato su voxeu.org).

Da quale parte stia la ragione non mi è ancora chiaro.


Saturday 18 October 2008

La mappa delle insolvenze: dalle saving&loan ai subprime


Su Bloomberg.com è disponibile una mappa degli USA ove sono messe a confronto le zone colpite dalle insolvenze legate ai subprime e dalla crisi delle saving&loan degli anni '80 e '90 del secolo scorso.

A eccezione del Nevada vi è una chiara sovrapposizione tra le zone interessate, il che non mancherà di suscitare reazioni e polemiche.

Bloomberg.com

(Qui accanto la situazione dei pignoramenti a Houston nel marzo 2008)

Ti vendo la professione

Il Messico è scosso da una protesta popolare contraria alla modernizzazione del sistema scolastico che prevede, tra le altre cose, l'eliminazione della possibilità per gli insegnanti, al termine della carriera, di passare il testimone a un familiare o di vendere il "diritto a insegnare". Attualmente, il costo per acquistare tale diritto è circa 6.000 USD.

Da Marginal Revolution

Manipolazione del futuro o hedging sulla vittoria di McCain?

Una indagine interna al prediction market Intrade ha concluso che l' inusuale rialzo dei contratti collegati alla vittoria di McCain - in controtendenza rispetto alle quotazioni sugli altri prediction market dell'ultimo periodo - era legato alle operazioni eseguite da un unico investitore "istituzionale" e motivata da esigenze di gestione del rischio.

Quindi, non sembra si trattasse di una manipolazione del mercato per sostenere il candidato repubblicano ma piuttosto di una manovra di copertura nel caso di vittoria dello stesso.

Della vicenda se ne sono occupati il recente vincitore del Premio Nobel per l'Economia Paul Krugman e Marginal Revolution.

La mappa qui sotto è interattiva, cliccate sullo Stato per avere la previsione attuale.

Friday 17 October 2008

Socialismo solo per ricchi?

Gli interventi governativi in atto sono rivolti esclusivamente nei confronti delle istituzioni finanziarie con poca se non nulla attenzione per i problemi dei cittadini, che dovranno comunque farsi carico dei costi legati al loro salvataggio.

Boeri sulla voce.info formula alcune proposte per tutelare anche i più deboli.   

Stiglitz e Scholes dibattono su crisi e regole

Stiglitz: The current crisis is caused, in part, by inadequate regulation. Unless we have an adequate regulatory system—regulations and a regulatory structure that ensures their implementation—we are bound to have another crisis.

Scholes: There is now a rising chorus among regulators, politicians and academics claiming that the freedom to innovate in the financial domain should be curtailed.

Economist.com

La legge fallimentare inglese e la fuga di capitali

A seguito del fallimento di Lehman Brothers i suoi beni  nel Regno Unito sono stati congelati. Ciò ha dato vita a una vera e propria fuga di capitali da Londra a New York in quanto gli investitori istituzionali, soprattutto gli hedge funds,  temono altri blocchi in caso di ulteriori fallimenti. Un peculiare effetto della crisi  su cui riflettere.

"The problem is the duties: administrators have an exclusive duty to creditors, backed up by personal liability, making them put caution and accuracy ahead of speed."

FT.com

Non fermate quelle OPA


Brusco e Panunzi su la voce.info criticano, giustamente, la crescente ostilità emersa nel nostro Paese nei confronti delle offerte pubbliche di acquisto.

"La crisi finanziaria ha fatto crollare il valore delle azioni di molte società quotate in borsa. E benché quelle scalabili siano in Italia davvero poche, si cercano strumenti per rendere più difficili le offerte pubbliche di acquisto. Per esempio, rimuovendo la passivity rule, la norma che impedisce al management della società bersaglio di intraprendere azioni per ostacolare il successo dell'Opa. Ma una limitazione simile non tutela i piccoli azionisti. A trarne beneficio sono in genere i gruppi manageriali oppure gli azionisti di controllo. Regole speciali per i fondi sovrani."

lavoce.info

Thursday 16 October 2008

Is government ownership the right strategy?

David Skeel analizza il piano di salvataggio statunitense che prevede l'entrata dello Stato nel capitale delle banche e identifica due problemi di rilievo.

La mappa dei salvataggi


Una mappa interattiva degli interventi statali nei confronti delle istituzioni finanziarie in difficoltà.

Mercati irrazionali


Secondo l'economista comportamentale Dan Ariely l'attuale andamento irrazionale dei mercati finanziari è legato a ragioni di opportunismo e vendetta.

Il video dal Wall Street Journal.

Piani di salvataggio a confronto

Portfolio.com propone un confronto tra i piani di salvataggio varati negli Stati Uniti e nel Regno Unito.

Wednesday 15 October 2008

Stormy Weather in the Credit Default Swap Market


Virginie Coudert e Mathieu Gex illustrano sul sito www.voxeu.org le ombre che caratterizano i famigerati credit default swaps: mercato opaco, assenza di procedure di compensazione (netting), emissione da parte di soggetti non sufficientemente patrimonializzati.



Where Was Lehman’s Board?


Dennis K. Berman si interroga sulla composzione dell' oramai ex board di Lehman Brothers e sulla sua capacità di operare in un settore quale quello finanziario dove i cambiamenti intervenuti negli ultimi ne hanno sconvolto la fisionomia.

"Nine of them are retired. Four of them are over 75 years old. One is a theater producer, another a former Navy admiral. Only two have direct experience in the financial-services industry".

(Nella foto l'attrice Dina Miller che sino al 2006 sedeva nel board di Lehman)

Gone by the board? Why bank directors did not spot credit risks

Francesco Guerrera e Peter Thal Larsen analizzano sul  Financial Times le cause della mancata percezione della crisi da parte dei board di alcune tra le principali istituzioni finanziarie statunitensi. La principale ragione sembra risiedere nell'impreparazione degli amministratori rispetto alle problematiche dei mercati finanziari.

" (...) Citi, JPMorgan Chase, Bank of America, Goldman Sachs, Merrill Lynch, Morgan Stanley, Lehman Brothers and the pre-rescue Bear Stearns. According to their biographies on the companies’ websites, more than two-thirds of the occupants of those board seats had no significant recent experience in the banking business. Fewer than half had any financial services industry experience at all".

Tuesday 14 October 2008

Era davvero imprevedibile il crollo dei mutui subprime?


Demyanyk e Van Hemert in un recente paper mettono in discussione la supposta imprevedibilità del crollo. Già nel 2005 era chiaro che a partire dal 2001 erano aumentate in modo costante le insolvenze legate ai mutui ad alto rischio.




Understanding the Subprime Mortgage Crisis

A thumbs up from the ivory tower

Alcuni economisti commentano la decisione del governo statunitense di entrare direttamente nel capitale delle banche attraverso l'emissione di azioni privilegiate. La manovra è accolta in modo più che positivo. Da più parti era stata  invocata la ricapitalizzazione al posto dell'acquisto di toxic assets previsto inizialmente dal piano Paulson. Rimangono, tuttavia, delle perplessità su alcuni aspetti peculiari.    

Sunday 12 October 2008

What caused the financial crisis?

Tyler Cowen individua alcune delle ragioni che hanno spinto gli intermediari finanziari ad assumere rischi in eccesso: collective stupidity, writing the naked put, the neutering of debtors, evaluation, the increasing value of human capital.

Financial development at risk

Berglöf e Rajan si interrogano con preoccupazione circa le reazioni che la crisi finanziaria potrebbe innescare nei mercati emergenti. Un'ondata di sentimenti antimercato non è da escludere.

Da Voeux.org

Friday 10 October 2008

Greenspan e la [mancata] regolamentazione dei derivati


“Not only have individual financial institutions become less vulnerable to shocks from underlying risk factors, but also the financial system as a whole has become more resilient.” — Alan Greenspan in 2004

How did it all happen?

La crisi finanziaria dal punto di vista della finanza comportamentale in un interessante articolo dell'economista Megan McArdle

Thursday 9 October 2008

Are European banks too big to fail?

Alcune banche hanno dimensioni maggiori dei valori dell'economia dei loro Paesi. Un grafico del Financial Times mostra il rapporto tra la dimensione delle principali banche europee rispetto al prodotto interno lordo del Paese d'origine. 

Da ft.com

Wednesday 8 October 2008

The Subprime Primer

Ecco cosa è effettivamente successo! Una efficace presentazione powerpoint sulla crisi dei mutui ipotecari negli Stati Uniti.

Gli ultimi giorni di Lehman Brothers


Da wsj.com una prima ricostruzione degli ultimi giorni di Lehman Brothers 

Mr. Fuld al Congresso

Avevo finito la benzina. Avevo una gomma a terra. Non avevo abbastanza soldi per il taxi. La lavanderia non mi ha ridato lo smoking. Un vecchio amico era arrivato a trovarmi da fuori città. Mi hanno rubato la macchina. C’è stato un terremoto, una terribile inondazione, le cavallette ! Non e’ stata colpa mia, lo giuro su dio !

Il video da cnn.com

Most Lawmakers Don’t Have Economic Education

I politici e l'economia

As Congress works on one of the most important pieces of economic legislation in a generation, a Washington research group has pointed out that more than 8 in 10 members of Congress don’t have a formal educational background in the business, economics, or finance fields.

Da Real Time Economics

Ridiamoci su

LoLFed

Il Cahiers de doléances di Lehman (aggiornato)

La lista aggiornata dell'esposizione di Leh

Fallimento Impossibile

Il fallimento impossibile di Fannie e Freddie